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L'Ambiente

- L'archivio -

Associazione Marco Mascagna - O.N.L.U.S.

La Svezia rinuncia al petrolio

La Svezia ha approvato un Piano, secondo il quale nel 2020 non userà più petrolio per produrre energia elettrica, come carburante e come combustibile per il riscaldamento. La Svezia è gia molto avanti nella riduzione del consumo di petrolio (ne consuma la metà della media europea), nel risparmio energetico (per esempio impiega in media 5 litri di gas per riscaldare 1 mq di abitazione, in Italia siamo sopra i 20 litri) e nell'uso delle energie rinnovabili (è il paese europeo che usa di più l'energia solare). La Svezia ha già deciso anni fa di uscire dal nucleare.
E l'Italia che è il Paese del sole che fa? Ridiscute dell'energia nucleare, propone di puntare di più sul carbone, incrementare sempre più il trasporto su gomma (Ponte sullo Stretto, pedemontana  lombarda, autostrada molisana, autostrada tirrenica ecc.) e si dimentica totalmente dei treni per i pendolari, del risparmio energetico, delle energie rinnovabili (abbiamo preso una nuova strigliata dall'Europa perché ci ostiniamo a considerare i rifiuti un'energia rinnovabile!).

Manifestazione per la zona a traffico limitato al Vomero

Sabato 12 maggio ore 11, ci sará la manifestazione per la zona a traffico limitato al Vomero proposto dal Coordinamento per la Mobilitá Sostenibile e per il prolungamento dell´orario dei mezzi pubblici (il corteo proseguirá per Via Luca Giordano, Via Solimena, Via Morgen e terminerá presso la sede della Municipalitá).

E´ una manifestazione di grande importanza e dobbiamo essere veramente in tanti, perché dobbiamo far capire ai nostri Amministratori e politici che i cittadini non ne possono piú di ammalarsi (e morire) di inquinamento atmosferico, di essere perennemente immersi in un livello sonoro di oltre 20 dB superiore ai limiti massimi consentiti, del traffico che paralizza le strade e le rende invivibili, di mezzi pubblici che chiudono alle 22 (Cumana, linea 2) o poco oltre. Il Vomero ha 3 funicolari, 4 stazioni del metro´, connesse con scale mobili e tapis rulant, giá oggi per ogni persona che accede al Vomero con l´auto ve ne sono 12 che arrivano con mezzi pubblici, per cui è la zona ideale per realizzare una zona a traffico limitato che migliori la vivibilitá dell´area e riduca in generale l´uso del mezzo privato in cittá.

Venite per questo tutti, convincete amici, parenti, colleghi, conoscenti a partecipare. Diffondete il volantino allegato, infilatelo nelle cassette della posta del vostro palazzo, affigete la locandina, mandate questa mail ai vostri contatti ecc. ecc. 

Scarica il volantino e la locandina della manifestazione

FACCIAMO LUCE SUL BLACK-OUT

- 5 ottobre 2003 -

Già il 2 luglio vi avevamo dato qualche informazione per rimediare alla molta disinformazione passata in TV soprattuto, ma anche in radio e stampa. Dopo il blackout del 28 settembre c'è stata una nuova ondata di disinformazione per cui dobbiamo ritornare sul tema. La precedente informazione è riportata alla voce: BLACK-OUT E DISINFORMAZIONE.

Si è ridetto che la produzione di energia elettrica non è aumentata (nella trasmissione di Vespa del 29 settembre un esponente UDC del Governo ha addirittura affermato che da 20 anni è ferma) mentre è consistentemente aumentata (nel 1985 era di 186.000 GWh, nel 2000 di 276.000 GWh).

Si è detto che il blackout del 28 settembre è avvenuto perché abbiamo una scarsa produzione di energia, la qualcosa è falsa. Il consumo all'ora del blackout era di circa 20.000 MW, mentre la potenza installata in Italia è di 76.950 MW. Sembra ormai certo che il blackout sia avvenuto per il gran numero di centrali spente o ad esercizio minimo. Una furbata per risparmiare soldi. Si sa, la convenienza economia è l'imperativo morale della nostra società, poi, ora la produzione dell'energia elettrica è stata privatizzata e i privati hanno il "dovere morale" di fare soldi. Così si è pensato che è economicamente conveniente comprare l'energia elettrica sottoprezzo venduta dalla Francia.

Il bello è che da quando è avenuta la privatizzazione le bollette sono aumentate in media del 30%. Insomma, paghiamo di più, siamo a rischio blackout e ora vorrebbero anche farci credere che la colpa è dei cittadini che si oppongono alla costruzione di nuove centrali a petrolio, gas e carbone.

Un'altra enorme mistificazione è il costo del kWh nucleare. In TV (p.es da Vespa) e in alcuni giornali è stata mostrata una tabella del costo dell'energia prodotta da varie fonti, nel quale risulta che l'energia elettrica prodotta dal nucleare è la più economica. La tabella è una mistificazione: infatti, il costo dell'energia prodotta dal carbone, olio combustibile, metano ecc. è calcolato considerando il costo attuale di costruzione della centrale, mentre per l'energia nucleare viene riportato il prezzo al quale la compriamo dalla Francia (che la vende sotto costo).

Nella tabella che segue si riportano le stime di costo trovate in documenti di varia fonte (ENEL, ENEA, Università di Pavia, IRES), che calcola invece il costo del kWh nucleare considerando il costo di costruzione attuale di una centrale (ma non quello dello smantellamento). Ho aggiunto anche i costi esterni stimati da due rapporti (dell'Unione Europea e del IPCC, il panel internazionale di esperti che studia l'effetto serra) e ho calcolato il costo totale. I costi esterni sono quelli per pagare i danni prodotti da quella fonte d'energia (inquinamento, scadimento del paesaggio, ecc.).

produzione di energia elettrica

stima del costo per la produzione di 1 kWh (2002) (centesimi di euro/kWh)
stima del costo esterno (centesimi di euro/kWh)
costo totale (centesimi di euro/kWh)
carbone
3,5 – 6,0
5,6
8,5 – 11,6
olio combustibile
3,2 – 5,5
5,7
8,9 – 11,2
metano
3,0 – 5,0
1,8 – 2,5
4,8 – 6,8
idroelettrico
3,5 - 10
0,2 –0,3
3,7 – 10,3
fotovoltaico
20 - 30
0,5
20,5 - 30,5
eolico
3,7 – 7,0
0,2
3,9 – 7,2
nucleare
4,9
non stimabile *
non stimabile *


* Non sono ancora stimati i costi di smantellamento della centrale e dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi per centinaia d’anni (almeno 300 anni sotto stretta sorveglianza).

Non chietemi perché il fotovoltaico ha un costo estreno di 0,5 centresimi di euro per kWh, perchè nei documenti che ho letto non è spiegato (ma l'IPCC è una fonte autorevole).

Nella precedente informativa vi dicevo delle potenzialità di risparmio nel campo degli elettrodomestici. Vi riporto ora alcuni dati sul risparmio ottenibile con semplici tecniche di costruzione degli edifici (palazzine di 3-4 piani a prezzi di poco superiori a quelle usuali): risparmio di energia di inverno 40%, d'estate 50%. In Svezia una legge del 1983 stabilisce che le case di nuova costruzione devono essere coinbentate in modo tale da non disperdere più di 60 kWh/mq/anno: in Italia la dispersione media delle case attualmente è di 500kWh/mq/anno!

In ultimo si stima che, adottando ora una politica tesa all'uso efficiente dell'energia, l'Italia potrebbe in 20 anni ridurre i propri consumi energetici del 40%; un altro 10 % può essere ottenuto se gli italiani avessero comportamenti meno spreconi. Se vi sembra troppo tempo 20 anni per dimezzare i consumi energetici considerate che per costruire una centrale elettrica ci si impiega da 3 a 10 anni (3 per le piccole centrali termoelettriche, 10 per quelle nucleari). Consumare meno energia ridurrebbe l'effetto serra e l'inquinamento in genere, migliorerebbe la nostra bilancia commerciale con l'estero e, quindi, la nostra economia, renderebbe più difficili blackout e guasti perché, quanto più è grande e complesso un sistema, tanto più aumenta il rischio di simili eventi. Ma il governo preferisce incentivare i privati a costruire centrali piuttosto che varare una seria politica di uso efficiente dell'energia e di risparmio energetico. Purtroppo anche i governi di sinistra hanno seguito la stessa politica. Non basta infatti costringere i produttori d'energia a fornire un quantitativo di energia da fonti rinnovabili pari al 2% dell'energia di origine fossile prodotta per affrontare seriamente la questione energetica inquadrandola nella situazione ambientale e sociale globale.

I dati sulla situazione italiana riportati in questo messaggio sono tratti dalla Relazione sullo Stato dell'Ambiente del Ministero dell'Ambiente; quelli sul dispendio energetico nelle case da "Fattore 4" di Weizsacker e Lovins; quelle sulla potenzialità di risparmio da un documento del WWF che cita uno studio promosso dall'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente.

BLACK-OUT E DISINFORMAZIONE

- 6 luglio 2003 -

In questi giorni di black-out si è fatta moltissima disinformazione, vediamo allora le cose come stanno. Si è detto che la produzione di energia elettrica è ferma mentre è andata costantemente aumentando (nel 1985 era di 186.000 GWh, nel 1990 216.000, nel 1995 241.000 e nel 2000 di 276.000): il problema è che di pari passo sono aumentati i consumi (soprattutto quelli domestici e del terziario).

L'aumento di produzione energetica in Italia in questi ultimi 15 anni è stato coperto per la gran parte dal metano (da 25.000 GWh del 1985 a 100.000 del 2000); l'energia idoelettrica è ferma (l'ENEL ha chiuso decine e decine di piccole centrali) e l'energie alternative sono aumentate di poco. Questo è il motivo per cui non abbiamo rispettato il Protocollo di Kyoto sull'effetto serra (nel periodo 1990-1999 l'emissioni di CO2 sono aumentate del 3%, mentre in Germania sono scese del 20%, in Francia del 6% e nella UE del 9%).

L'Italia produce 277 MW dall'energia eolica, la Germania 4.500, l'Italia ha 0,4 mq di scaldacqua solari per abitante, la Germania 5,1. In Italia inoltre non si fa quasi niente per favorire il risparmio energetico e l'uso efficiente dell'energia., mentre le potenzialità in questo settore sono enormi. Basta pensare che il consumo medio di elettricità (kWh/anno) di vari elettrodomestici in Italia è: scaldabagni elettrici 1.056, lavastoviglie 445, frigo 366, lavatrice 295, TV 277. Se in tutte le famiglie italiane si usassero i modelli in commercio più efficienti il consumo sarebbe: scaldaacqua solare o a metano 0, lavastoviglie 140, frigo 156, lavatrice 192, TV 49. Se moltiplicate le differenze tra i primi dati e i secondi per il numero di famiglie italiane (20 milioni) abbiamo il potenziale di risparmio energetico in questi campi: scaldabagni 21.120.000.000 kWh, lavastoviglie 6.100.000.000 kWh, frigo 4.200.000.000, lavatrice 1.030.000.000 kWh, TV 4,560.000.000 kWh. Bisognerebbe però penalizzare con ecotasse gli elettrodomestici inefficienti e incentivare con dei bonus quelli efficienti.

Lì dove si è seguita questa strategia si è visto che è anche economicamente vantaggiosa (costa meno dimezzare gli sprechi che costruire centrali per una uguale offerta d'energia). Lo stesso discorso lo si può fare per le lampade ad alto rendimento, per edifici energeticamente efficienti (che siano freschi in estate e caldi in inverno) Un'ultima informazione: si sente sempre dire con disprezzo che compriamo energia dalla Francia che ha un gran numero di centrali nucleari. Il motivo di tale fatto è che la Francia, soprattutto per fini militari (avere il plutonio per le armi nucleari) ha sviluppato molto l'energia nucleare e produce così un eccesso di energia elettrica che deve "scaricare" da qualche parte e quindi la vende sottoprezzo ai Paesi vicini.

 

ABUSIVISMO E CONDONO

- 1 ottobre 2003 -

Il Governo si appresta a varare un nuovo condono del reato di abusivismo edilizio (i precedenti sono del Governo Craxi 1985 e Berlusconi 1994), perché ha bisogno di soldi. Nei Paesi civili quando si ha bisogno di soldi si aumentano un poco le tasse così che ogni cittadino paghi in proporzione al reddito che ha, oppure si tassano di più alcuni beni voluttuari (sigarette, alcol, beni di lusso, gioco ecc.). Da noi si condonano i reati.

In Italia ogni anno sono rilasciate mediamente licenze edilizie per oltre 160.000.000 di metri cubi, perché allora non chiedere la licenza edilizia se si vuole costruire una casa? La ragione è che si sa a priori che non la si otterrebbe, perché la casa che si vuole costruire è fuori ogni regola urbanistica. Infatti, la stragrande maggioranza delle case abusive sorge in aree ad alto pregio ambientale (parchi nazionali e regionali; coste di mari, laghi e fiumi; località ad alto valore paesistico e storico-artistico; ecc.), in zone fragili dal punto di vista idrogeologico (aree scoscese; terreni franabili; aree golenali di fiumi; ecc.) in località ad eccessiva densità edilizia o ad alta escursione di densità di popolazione (località turistiche) dove la rete stradale, il sistema fognario, gli impianti di depurazione, la rete acquedottistica sono spesso insufficienti e ai limiti del collasso o tutto l’anno o per il breve periodo della stagione turistica.

Tale situazione è confermata da numerose ricerche, svolte anche tramite l’utilizzo di satelliti. Secondo la Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Ministero dell’Ambiente l’abusivismo edilizio e l’eccessiva cementificazione sono la principale causa del dissesto idrogeologico italiano che, sempre da dati del Ministero, ha interessato in maniera grave 70.000 persone negli ultimi 20 anni in Italia (cioè 70.000 persone hanno perso la casa o hanno avuto ferite gravi o sono morte).

Possibile che per fare cassa si preferisca mettere le basi per nuove catastrofi, lutti, tragedie, invece che aumentare un poco le tasse o (perché no?) comprare meno armi, tagliare un poco i fondi del Ministero della Difesa, non partecipare a guerre (negli ultimi 4 anni l’Italia ha partecipato a 3 guerre non ammesse dalla nostra costituzione). Ma poi servirà veramente a fare soldi? In realtà i precedenti condoni edilizi hanno dato molto meno soldi di quelli previsti. Nel 1985 la finanziaria prevedeva un gettito di 9.000 miliardi di lire, ne entrarono solo 3.500.

Il motivo è che molti proprietari di case abusive sono così sicuri che l’amministrazione comunale mai requisirà o demolirà la propria costruzione che preferiscono risparmiare i soldi del condono, anche se sanno che essa, poiché abusiva, non può essere venduta. Buona parte di coloro che chiedono il condono sono infatti persone che hanno costruito case in località di villeggiatura e che metteranno il loro immobile sul mercato con un guadagno che si stima 2 o 4 volte il prezzo di costruzione. Insomma pagando 2.000-10.000 euro di oblazione ricaveranno un utile di varie centinaia di migliaia di euro. Per loro il condono è veramente un ottimo affare. Tant’è vero che appena si inizia a parlare della possibilità di condono le case abusive sorgono come funghi.

Basta esaminare i seguenti dati sul numero di costruzioni abusive per anno

1982 - 70.000
1983 - 105.000 -> Il Governo comunica l’intenzione di varare un condono edilizio
1984 - 125.000 -> Si continua a discutere sulle modalità del condono
1985 - 60.000 -> Si vara il condono
1986 - 51.000
1987 - 59.000
1988 - 50.000
1989 - 45.000
1990 - 44.000
1991 - 46.000
1992 - 50.000
1993 - 58.000
1994 - 83.000 -> Il Governo comunica l’intenzione di varare un nuovo condono e lo vara
1995 - 59.000
1996 - 36.000
1997 - 29.000
1998 - 34.070
1999 - 33.571
2000 - 28.938
2001 - 28.276
Totale 1.094.855

Quest’ottimo affare per chi viola la legge ha un’altra grave conseguenza: quella sulle casse dei Comuni. Questi, infatti, hanno l’obbligo di fornire le opere di urbanizzazione alle case diventate ormai ipso facto legali. E fornire opere di urbanizzazione costa e costa molto di più della quota di soldi che arriva al comune tramite il condono (la maggioranza dei soldi del condono va allo Stato). La città di Roma, ad esempio, per i condoni ’85 e ’94 ha ricavato 500 milioni di euro, ma ne ha spesi 3 miliardi per le opere di urbanizzazione.

In ultimo è facilmente intuibile che il fenomeno dell’abusivismo è strettamente intrecciato con quello della criminalità organizzata. Gran parte delle case abusive sono edificate da mafia e camorra, sono di loro proprietà. La criminalità inoltre prospera sull’abusivismo: è facile taglieggiare imprese e privati cittadini che stanno commettendo il reato di costruzione abusiva, è facile imporre loro imprese edili, gestire discariche abusive di materiale di risulta ecc. Alcuni dati: il 60% delle costruzioni abusive sono state costruite nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia). Sempre in queste quattro regioni si concentra oltre il 50% dei 7.103 reati relativi al ciclo del cemento accertati nel 2001.

Altro che condono, qui ci vorrebbero le ruspe, le manette e multe salatissime, come prevedeva il disegno di legge presentato dal sottosegretario ai lavori pubblici della passata legislatura (Gianni Mattioli) che, tra l’altro, stabiliva l’abbattimento della costruzione abusiva da parte del genio militare qualora entro un termine stabilito il Comune non avesse acquisito e utilizzato a scopi pubblici la costruzione abusiva.

Cosa fare?

Fai conoscere a coloro che hanno votato per l’attuale maggioranza o che sono d’accordo a questo condono o non ne capiscono la gravità le conseguenze negative di tale provvedimento;

firma la petizione online di Legambiente (http://www.legambiente.com/documenti/2003/0814petizioneCondono/appello.html); raccogli firme sotto la petizione indetta da varie associazioni ambientaliste (il modulo è scaricabile al sito http://www.lipu.it/news/no.asp?158);

manda un e-mail o un fax di protesta al Ministro dell’Ambiente (segreteria.ministro@minambiente.it fax 0657288513) e ai capigruppo (AN 066706358, an10@senato.it; CCD 06-67062868, seggccd3@senato.it; Forza Italia 06-68300455, presidenzafi@senato.it ; Lega Nord 06-67063620, seggnoroma4@senato.it; Partito Popolare 06-67062568, intppi01@senato.it; capigruppo della Camera: F.I. VITO_E@camera.it, AN LARUSSA_I@camera.it, CCD-CDU VOLONTE_L@camera.it, Lega Nord CE_A@camera.it);